
Spesso a un livello invidiabile dal punto di vista estetico. Nei libri sull’immagine e l’identità̀ di Trieste la
presenza della comunità serba non si menziona, anche se i ricchi commercianti serbi costruirono in città una
chiesa ortodossa e numerosi grandi palazzi sul Canale. Quale rapporto si può creare tra l’immagine della città
consolidata da numerosi documenti scritti serbi e l’immagine letteraria che la città stessa aveva creato per la
propria identità? Innumerevoli volte i visitatori di Trieste, non solo gli Slavi dei Balcani ma i viaggiatori in
generale, descrivono la bellezza che si offre dallo spiazzo panoramico accanto all’obelisco di Opicina. Il
panorama e il fatto che Trieste è una città sul mare per di più un grande porto, affascina soprattutto coloro che
provengono dall’area continentale; per molti degli autori l’incontro con Trieste è in primo luogo un incontro
con il mare e il paesaggio mediterraneo. Trieste ha richiamato il maggior numero di viaggiatori serbi soprattutto
dal 1860 al 1890, quello di maggior fulgore. La costruzione del castello Miramare coincise con gli anni di
grande sviluppo della città: nel 1857 venne costruita la ferrovia fino a Vienna; con l’apertura del canale di
Suez (1869 – su progetto di Revoltella) Trieste diventa la “porta orientale” di tutto il continente. Attorno al
1870 è uno dei sette maggiori porti al mondo, il secondo sul Mediterraneo.
Titolo: Sul mare brillavano vasti silenzi. Immagini di Trieste nella letteratura serba
Curatrice: Marija Mitrović
Traduzioni: Alice Parmeggiani, Silvio Ferrari, Rosalba Molesi
Introduzione: Marija Mitrović
Edizione: Vita Activa Nuova dicembre 2024
Collana: La rosa dei venti
Pagine: 248
Prezzo: € 18,00
ISBN 9791280771322