
La narrazione autobiografica di Luisa Carminati nasce secondo l’idea di un’inchiesta d’archivio,
documentando il discorso il più vicino possibile alla realtà: nulla sembra inventato, romanzato, drammatizzato
o edulcorato. Carminati si attiene ai fatti, pochi e non sempre vicini tra loro, senza però abbandonare
quell’immaginazione che alimenta l’immaginario della scrittura. La scelta preminente è quella di creare due
piani di visione – di narrazione – uno dei quali non riguarda l’intimo familiare della voce narrante ma quello
di un’altra famiglia, nello stesso quartiere della Bergamo popolare tra gli anni Quaranta e Cinquanta del
Novecento. Il ricco apparato iconografico concorre a questa scelta di far collimare due istanze, quella collettiva
e quella individuale. In Via Celestini, 3 il tempo rievocato è abitato da presenze, quelle che si ritrovano insieme
agli affetti venuti a mancare e che continuano a mancare. L’autrice costruisce un testo plurale come un viaggio,
diremmo quasi una camminata in montagna a passo lesto, che rende il passato presente, che ci strappa al tempo – anche quello del dolore – senza dimenticarlo ma rendendolo strumento che salva dalla dimenticanza.
Titolo: Via Celestini, 3
Autrice: Luisa Carminati
Prefazione: Francesca Maffioli
Postfazione: Paolo Barcella
Edizione: Vita Activa Nuova aprile 2025
Collana: Tracce
Pagine: 140
Prezzo: € 15,00
ISBN 9791280771346